Con circa 400 pezzi tra opere e materiali d’archivio, il Mart di Rovereto torna a indagare l’arte del Ventennio. Dalle avanguardie futuriste all’architettura razionalista, un grande percorso attraverso uno dei periodi più ricchi della storia dell’arte recente.
Con circa 400 pezzi tra opere e materiali d’archivio, il Mart di Rovereto torna a indagare l’arte del Ventennio. Dalle avanguardie futuriste all’architettura razionalista, un grande percorso attraverso uno dei periodi più ricchi della storia dell’arte recente.
La mostra Arte e fascismo analizza i vari e complessi modi in cui il regime fascista influì sulla produzione figurativa italiana, utilizzando a fini propagandistici i linguaggi dell’arte e dell’architettura.
Affondando le sue radici nei decenni antecedenti e spaziando dalle pratiche tradizionali alle arti applicate, la cultura visiva del Ventennio testimonia lo svilupparsi di una varietà di stili senza precedenti. Diversamente da altri regimi, quello fascista non impone un gusto, facendo proprie anche alcune delle tendenze artistiche che si affermano in quel periodo storico. La mancanza di un unico orientamento facilita lo sviluppo di un’eterogenea e dinamica presenza di espressioni e correnti. Accanto al persistere di ricerche di avanguardia legate al Futurismo, si delinea una linea di “ritorno all’ordine”, che confluisce nel movimento del Novecento italiano, creato da Margherita Sarfatti. Il ritorno all’antico, funzionale all’affermazione della tradizione italiana, trova varie declinazioni, dal rinnovato sguardo ai maestri antichi dei protagonisti di Novecento fino a più radicali affermazioni di un’arte di propaganda volta alla costruzione del consenso.
Il modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità gode del consenso da parte del regime, alla ricerca della definizione di un sistema delle arti organizzato.
Uno straordinario apparato di premi, esposizioni pubbliche, convenzioni e mostre permette al regime di intercettare gli artisti più significativi, di sostenerne l’opera e di inglobarli nel più ampio progetto di promozione generale. Attraverso la partecipazione a biennali, quadriennali, mostre sindacali, a concorsi e a commissioni pubbliche gli artisti danno voce all’ideologia, ai temi e ai miti del fascismo.
Lo stesso rapporto tra gli artisti e il potere non è definito né unico. Accanto a figure dichiaratamente fasciste, convinte sostenitrici del Duce come Depero e Sironi,si muovono artisti meno ingaggiati, più o meno distanti ma comunque presenti nel ricco panorama italiano.
Allo stesso tempo, i nuovi luoghi del potere divengono strumento di affermazione attraverso un linguaggio aperto tanto al classicismo quanto al razionalismo, che coinvolge architettura, scultura e arte murale, rinata sotto l’impulso di una rinnovata volontà celebrativa.
Tra pittura, scultura, documenti e materiali d’archivio, il percorso espositivo si snoda tra 400 opere di artisti e architetti come Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Marino Marini, Massimo Campigli, Achille Funi, Fortunato Depero, Tullio Crali, Thayaht, Renato Bertelli, Renato Guttuso. Provenienti da collezioni pubbliche e private le opere dialogano con alcuni dei grandi capolavori del Mart e con numerosi materiali provenienti dai fondi dell’Archivio del ’900.
Otto sezioni cronologiche e tematiche scandiscono la visita: Novecento italiano, dedicata al grande progetto di sostegno agli artisti e alla cultura di Margherita Sarfatti, intellettuale e curatrice ante litteram; L’immagine del potere, sull’iconografia del Duce tra celebrazione del capo e diffusione del mito; Futurismo. Celebrare l’azione, l’arte totale della maggiore avanguardia italiana; La funzione sociale dell’arte pubblica, l’educazione e la propaganda attraverso la grande arte murale, i mosaici, gli affreschi, i decori, i monumenti; L’architettura e il rapporto con le arti, progetti, bozzetti e arte astratta per edifici grandiosi che esaltassero la potenza italiana, Nuovi miti, non solo l’eroe e l’atleta, ma anche il lavoratore, la donna, la famiglia, alla ricerca della definizione di un sistema sociale virtuoso; Il sistema delle arti, l’organizzazione di un’arte di stato tra mostre, quadriennali, biennali e concorsi; La caduta della dittatura, la fine di un’era tra iconoclastia, satira e dramma.
L’allestimento è progettato da Baldessari e Baldessari.
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo pubblicato da L’Erma di Bretschneider con saggi di alcuni tra i maggiori studiosi del periodo, un’introduzione di Vittorio Sgarbi, i testi delle curatrici della mostra e dei ricercatori dell’Archivio del ‘900 del Mart.
Indice
Vittorio Sgarbi, Introduzione
Daniela Ferrari, Il sistema dell’arte in Italia durante il Ventennio
Beatrice Avanzi, Dux. Iconografia di un dittatore
Federico Zanoner, Fortunato Depero
Maria Elena Versari, Futurismo, fascismo, futurfascismo. Riflessioni intorno all’idea di un’avanguardia di Stato
Elena Pontiggia, Gli anni Trenta a Milano
Nicoletta Colombo, “Assalto ai muri”. Le metamorfosi della pittura murale negli anni Trenta
Sergio Marinelli, Le contraddizioni di una convivenza difficile
Massimo Mattioli, “Ciarlatani, dilettanti, impostori”. I regimi contro il Formalismo
Duccio Dogheria, Bux. Fotografia e sperimentazione editoriale in Italia negli anni del regime
Giordano Bruno Guerri, Giuseppe Bottai
Rodolfo Bona, Il Premio Cremona: un’indagine in divenire
Luca Acquarelli, Estetica imperiale e glorificazione della guerra: la violenza del fascismo
Paola Pettenella, Architettura e fascismo negli archivi del Mart
Fulvio Irace, Comprendere non cancellare: le città di nuova fondazione
Patrizia Regorda, La matita spuntata: testimonianze di oppositori, esuli, confinati.
Maurizio Cecchetti, Edoardo Persico
Il percorso della mostra nei testi di sala
In quali modi il regime fascista ha influenzato la cultura figurativa durante il ventennio? Come si è sviluppato il complesso sistema dell’arte e in che modo gli artisti hanno dato voce all’ideologia, ai temi e ai miti del fascismo? La mostra del Mart vuole rispondere a queste domande raccontando, attraverso otto sezioni tematiche, la coesistenza di differenti linguaggi artistici nell’epoca della dittatura. Diversamente da altri regimi, infatti, quello fascista non impone uno stile bensì adotta alcune delle tendenze che si affermano in quel periodo.
Il percorso prende avvio da Novecento Italiano, il movimento promosso da Margherita Sarfatti che esordisce in concomitanza con l’ascesa di Mussolini al potere. L’immagine del dittatore è protagonista della seconda sezione, dove si confrontano visioni avanguardiste e classiciste che interpretano il tema celebrativo del ritratto del Duce. Se il ritorno all’antico di Novecento appare in sintonia con l’affermazione della grandezza della tradizione italiana, il Futurismo condivide con il fascismo lo slancio interventista e rivoluzionario. Un tema particolarmente importante è rappresentato dallo straordinario impulso dato all’architettura e alla decorazione murale e al modo in cui pittori e scultori si misurano con la funzione sociale dell’arte pubblica. Emergono temi che veicolano gli ideali fascisti, come quello della famiglia, dello sport e del lavoro. Alla fine degli anni Trenta, comincia a prevalere un’arte di propaganda finalizzata alla costruzione del consenso e si consolida un’organizzazione che disciplina la politica delle arti attraverso sindacati, corporazioni, commissioni, premi e concorsi. L’entrata in guerra segna la fine di tale parabola autocelebrativa, come si può vedere nell’ultima sezione, dedicata alla caduta della dittatura.
Mart Rovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760
T.+39 0464 438887
info@mart.trento.it
www.mart.trento.it
ARTE E FASCISMO
a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari
Mart Rovereto 14 aprile – 1 settembre 2024
Orari
martedì-domenica 10.00-18.00
venerdì 10.00-21.00
lunedì chiuso
Tariffe
Intero 15 Euro
Ridotto 10 Euro
Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità
Il Mart ringrazia
Provincia autonoma di Trento
Comune di Trento
Comune di Rovereto
Il Mart è sostenuto da
Altemasi di Cavit, Partner istituzionale del Museo
Cantina Vivallis, Partner istituzionale della Casa d’Arte Futurista Depero
Rotari, Partner istituzionale della Galleria Civica di Trento
In collaborazione con
Trentino Marketing
Azienda per il Turismo Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo
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