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Occhi secchi? Ecco le cause
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Le donne sono le più colpite. Alcuni ingredienti dei cosmetici possono peggiorare questo disturbo. Anche interventi estetici e iniezioni anti-aging possono determinare effetti secondari fra cui la secchezza oculare.

Nessun allarmismo ma informazione corretta per un uso consapevole degli strumenti di bellezza.

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Roma, 21 settembre 2019  

Durante un incontro di esperti della vista giunti da tutto il mondo per partecipare nel European TFOS Ambassador Meeting” presso l’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma, si è parlato di malattie croniche e gravi della superficie oculare ma anche di stili di vita che possono impattare tali patologie.

La Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS) ha inoltre presentato i numerosi documenti preparati dai esperti internazionali sulla malattia dell’occhio secco, arrivati da più di 20 paesi per partecipare al “European TFOS Ambassador Meeting – “Malattie della superficie oculare: Bisogni insoddisfatti e future soluzioni scientifiche e cliniche“. Sono state affrontante le tematiche della diagnosi e del trattamento di tale patologia, largamente sottovalutate nell’Europa e nel mondo, tanto è che la OMS l’ha definita “tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”.

Il makeup per esempio, grande passione delle donne di tutto il mondo, viene utilizzato dal 75-80% circa di loro. Li considera però dotati di una vita infinita, mentre anche i cosmetici hanno una data di scadenza che ne garantisce la sicurezza degli ingredienti, come la durata della capacità dei conservanti di evitare le contaminazioni. Eppure oltre il 90% delle donne usa il makeup ben oltre la data di scadenza indicata sulla confezione, il 50% non legge le indicazioni di scadenza e il 20% non sa nemmeno che esistano1. Tale comportamento aumenta drasticamente il rischio di contaminazione da parte di batteri patogeni, che possono scatenare infezioni come congiuntiviti e blefariti.

Ecco cosa ha dichiarato Amy Gallant Sullivan, Executive Director di TFOS, “Le scelte di stile di vita possono causare o aggravare le malattie della superficie oculare, come la secchezza oculare. Per esempio, è importante notare le ricerche che hanno dimostrato una aumentata incidenza di reazioni avverse ai cosmetici per gli occhi, tra cui irritazione oculare, reazioni allergiche, dermatite da contatto, blefarite e malattia dell’occhio secco. La maggiore prevalenza della malattia dell’occhio secco tra le donne e l’uso diffuso di cosmetici per gli occhi richiedono oggi una attenta ricerca per valutare l’efficacia clinica dei trattamenti nelle donne che si truccano e una progressiva diminuzione degli ingredienti che possono interferire con la salute oculare.”

In base alla recente ricerca della società scientifica Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS)2, organizzatrice dell’incontro e leader nella ricerca sulla superficie oculare, con sede a Boston, sono inoltre da considerare fattori di rischio scatenanti per la malattie dell’occhio secco, gli interventi chirurgici sulla palpebra, l’iniezioni di tossine anti-aging e altre varie procedure cosmetiche. Lo studio TFOS DEWS II pubblicato sulla peer-reviewed journal di Elsevier “The Ocular Surface” presenta tali risultati, e propone soluzioni future per affrontare l’occhio secco iatrogeno, compresa la necessità di studi epidemiologici più approfonditi sui fattori di rischio, lo sviluppo di farmaci e conservanti meno tossici, nonché nuove tecniche per interventi chirurgici oculari meno invasivi.

Il makeup per esempio può divenire un nemico del film lacrimale perché particelle di cosmetici possono migrare sulla superficie oculare alterando il delicato film idrolipidico che la ricopre.3 Il mascara sembra essere l’indagato speciale: dopo 3 mesi di utilizzo, microbi sono presenti in oltre il 30% degli spazzolini, anche quando usati in maniera esclusiva da una sola persona. La condivisione dei prodotti per gli occhi è quindi caldamente sconsigliata. Sebo, cellule morte, acari e batteri si accumulano sull’applicatore e contaminano tutto il prodotto.4 Alcuni ingredienti contenuti nei cosmetici possono contribuire a rendere più sottile lo strato oleoso del film favorendo una più rapida evaporazione e contribuendo alla secchezza.” ha affermato la Prof. Piera Versura, Dipartimento di Medicina Specialistica Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna e membro del Consiglio Direttivo TFOS.

Una ricerca condotta all’Università di Waterloo ha dimostrato che il 15-30% dell’eyeliner applicato sulle rime palpebrali migra sulla superficie dell’occhio entro 5 minuti dall’applicazione5. Così come i retinoidi, comunemente contenuti nelle creme anti-età e per il contorno occhi possono avere effetti negativi sulla funzione delle ghiandole di meibomio e possono contribuire a peggiorare la secchezza.6

Secondo la ricerca di Dry Eye Diva, l’88,76% delle donne non parla al proprio oculista dell’utilizzo che fa dei cosmetici e il 70,42% delle intervistate non considera gli ingredienti quando acquista il makeup per gli occhi. In media, una donna negli Stati Uniti applica 12 prodotti cosmetici al giorno e un uomo ne utilizza almeno 6. In queste formulazioni vengono utilizzate più di 12.000 sostanze chimiche, comprese le sostanze chimiche di sintesi e industriali, in cui negli Stati Uniti, meno del 20% ha dimostrato di essere sicuro.7

Jennifer P. Craig, del Dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, aggiunge “Molti ingredienti hanno mostrato la capacità di interferire con l’equilibrio della superficie oculare, causare o peggiorare i sintomi dell’occhio secco, di conseguenza i pazienti dovrebbero evitare di utilizzare prodotti senza una lettura attenta delle etichette dei cosmetici che scelgono.”

“Purtroppo il sistema sanitario nazionale in Italia non copre la spesa di costose terapie per malattie quali il dry eye. Inoltre, quasi tutte le lacrime artificiali sono a carico del paziente.” ha affermato il Prof. Stefano Bonini, Dipartimento di Oftalmologia, Università di Roma Campus Bio-Medico, Roma e “TFOS Ambassador” per la Città del Vaticano. “La classificazione della gravità di ciascuna malattia potrebbe ridurre il numero di pazienti e rendere possibile il supporto sanitario nazionale per le condizioni più gravi. Inoltre, maggiori informazioni accreditate sulla specifica patologia dovrebbero essere facilmente reperibili e fornite ai pazienti.”

GLOSSARIO

CHE COS’E’ TFOS DEWS II – Pubblicata dalla peer-reviewed journal di Elsevier “The Ocular Surface” e promossa dalla Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS) ha coinvolto più di 150 esperti provenienti da tutto il mondo, che dopo più di due anni di lavoro, hanno raggiunto un consenso globale su molteplici aspetti relativi alla malattia dell’occhio secco. Il rapporto è ai vertici delle classifiche per citazioni ed è considerato oggi la massima autorità sulla malattia del dry eye. Nel 2019 è stato inoltre presentata la versione adattata per i pazienti, che è disponibile sul sito della società scientifica: www.tearfilm.org.

CHE COS’E’ L’OCCHIO SECCOLa malattia dell’occhio secco colpisce milioni di persone in tutto il mondo ed è una delle principali cause di visita oculistica. Questa malattia sintomatica è caratterizzata da un film lacrimale instabile e più concentrato (chiamato iperosmolare), che porta ad un aumento dell’infiammazione con conseguenti danni alle strutture e ai nervi degli occhi. La secchezza oculare da moderata a grave può alterare la qualità della vita e può essere associata a dolore agli occhi, limitazioni nell’esecuzione di attività quotidiane (ad esempio lettura, guida, uso di dispositivi digitali), privazione del sonno, riduzione dell’energia, cattiva salute generale e spesso depressione.

TFOS
Fondata nel 2000, la Tear Film & Ocular Surface Society, fondazione senza scopo di lucro 501(c)(3) con sede a Boston, è leader mondiale nell’educazione alla salute degli occhi negli Stati Uniti. TFOS è dedicata a promuovere la ricerca, l’alfabetizzazione e gli aspetti educativi del campo scientifico della superficie dell’occhio. Ulteriori informazioni su TFOS sono disponibili su www.tearfilm.org

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Maruska
Ha una certa età, ha lavorato per quarant’anni nel mondo del beauty, sia dalla parte dell’editoria che da “dietro le quinte”. Ha conosciuto tutti, o quasi, i produttori di cosmetici, i creatori di profumi, le fabbriche dei contenitori e degli imballaggi e tutti, o quasi, i profumieri italiani. Ama moltissimo il make-up, cura la pelle ma senza ossessione
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