La Galleria Carlo Alberto di Treviso, situata in Via Carlo Alberto 34, si propone dal 2010 come spazio espositivo dedicato all’arte antica e moderna, con particolare attenzione – in parallelo – alle mostre personali di artisti contemporanei. Con questa cornice, assume particolare rilievo la preannunciata personale di Cosimo Damiano Zambetta (in arte Cosmadam) intitolata “Eterea assenza”, che si svolgerà dal 15 al 30 novembre 2025.

L’artista e la visione
Cosimo Damiano Zambetta, nato a Bari nel 1969, avvia il proprio percorso professionale nella stamperia litografica e nella rilegatura/lavorazione della carta, collaborando con importanti realtà del settore.
Fin dall’infanzia mostra una forte inclinazione artistica: è l’incontro con i materiali tipografici e con la carta a stimolare in lui la curiosità di esplorare gli elementi offerti dalla natura, al fine di “rivelare come fascino, mistero e risposte si celino anche nelle cose più semplici e quotidiane”.
Il suo linguaggio evolve in un percorso che lo porta dalla pittura al disegno fino all’uso del linguaggio contemporaneo della manipolazione digitale; dal 2015 ha tradotto la sua visione artistica in tessuti pregiati e accessori di moda con il marchio COSMADAM.
In “Eterea assenza”, Zambetta propone un nuovo momento della sua ricerca: un’installazione immersiva che oltrepassa i tradizionali confini dell’opera d’arte, trasformando lo spazio in un’esperienza sensibile fatta di silenzi, ombre e riflessi.
La mostra: “Eterea assenza”
Dove e quando:
- Date: dal 15 al 30 novembre 2025
- Inaugurazione: sabato 15 novembre alle ore 17:30
- Orari di visita: martedì → domenica 9:00–17:00, lunedì chiuso; ingresso fuori orario su appuntamento telefonando al 348 3461869.
- Luogo: Galleria Carlo Alberto, Treviso.
Concept e contenuto
Il titolo “Eterea assenza” indica non tanto un vuoto, quanto uno spazio da attraversare, un’architettura invisibile che si apre al sogno e alla percezione.
Le installazioni – spesso realizzate con materiali di scarto o elementi effimeri come la luce e le interruzioni – non restituiscono un’immagine compiuta. Restano fragili, provvisorie, in attesa di essere vissute.
La presenza del visitatore non è accessoria: diventa parte integrante dell’opera. Non si tratta solo di guardare o interpretare: l’opera “accoglie” la presenza, e in questo senso la fruizione diventa esperienza.
Ombra, riflesso, interruzione, silenzio: tutti elementi che si combinano per generare un percorso sensibile che supera la semplice esposizione.
Perché è da vedere:
- Si inserisce in una linea curatoriale della galleria che valorizza il contemporaneo e le sue declinazioni più sperimentali.
- Offre un’occasione di riflessione sul ruolo dello spettatore/partecipante: l’arte contemporanea come spazio esperienziale più che oggetto da contemplare.
- L’uso di materiali “mediatori” (scarto, luce, interruzione) conferisce all’opera un’energia che risuona con tendenze attuali nell’installazione ambientale e site-specific.





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