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MINE VAGANTI UNO SPETTACOLO DI FERZAN OZPETEK AL TEATRO MANZONI
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Dall’8 al 20 marzo 2022 al Teatro Manzoni

feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30

sabato 19 marzo ore 15,30 e 20,45

Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana

presentano: FRANCESCO PANNOFINO, IAIA FORTE, ERASMO GENZINI, CARMINE RECANO

e con

SIMONA MARCHINI

in

MINE VAGANTI

UNO SPETTACOLO DI FERZAN OZPETEK

e (in o.a.)

ROBERTA ASTUTI,  SARAH FALANGA, MIMMA LOVOI, FRANCESCO MAGGI, LUCA PANTINI,    EDOARDO PURGATORI

 SCENE: LUIGI FERRIGNO

COSTUMI : ALESSANDRO LAI

LUCI: PASQUALE MARI

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena

l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI

Mine vaganti_ph. Romolo Eucalitto_da sx Simona Marchini_Erasmo Genzini_Carmine Recano_Iaia Forte_Francesco Pannofino_7490

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**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro

**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film

FRANCESCO PANNOFINO è Vincenzo Cantone (padre di Tommaso e Antonio)

IAIA FORTE è Stefania Cantone (madre di Tommaso e Antonio)

ERASMO GENZINI è Tommaso Cantone (fratello minore di Antonio)

CARMINE RECANO è Antonio Cantone (fratello maggiore di Tommaso)

SIMONA MARCHINI è la Nonna (madre di Vincenzo)

ROBERTA ASTUTI è Alba Brunetti (socia di Tommaso)

SARAH FALANGA è Zia Luciana (sorella di Vincenzo)

MIMMA LOVOI è Teresa (cameriera di casa Cantone)

FRANCESCO MAGGI è Andrea (amico di Tommaso)

LUCA PANTINI è Marco (compagno di Tommaso)

EDOARDO PURGATORI è Davide (amico di Tommaso)

16_Mine vaganti_da sx Simona Marchini_Carmine Recano_ph. Romolo Eucalitto

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Note di Ferzan Ozpetek

Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico?

Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola.

Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.

Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.

Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze.

A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti.

Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.

prosa

 

 

BIGLIETTI:

Poltronissima Prestige € 35,00 – Poltronissima € 32,00 – Poltrona € 23,00

Poltronissima under 26 € 15,50

 

 

 

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Patrizia Gallini
I colori, l’aspetto e i modi sono da nobildonna veneziana, ma le sue origini sono piemontesi. Ha il sorriso affettuoso e sereno di chi si appresta a offrirti il tè con i pasticcini, ma in realtà sta discutendo di business con la fermezza di un panzer. Il suo “buen ritiro” è un antico mulino nel torinese, quando non è “occupato” dai suoi quattro nipotini. Di lavoro fa la P.R. , e naturalmente è il boss della sua agenzia. Per passione frequenta gli chef stellati, ama leggere e segue tantissimi spettacoli teatrali e, naturalmente, ci rende partecipi dei suoi incontri attraverso le nostre pagine.
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