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Oblomov Show: dal 9 al 12 febbraio 2023 al MTM Teatro Litta di Milano
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Oblomov Show ideazione e regia Stefano Cordella

scrittura scenica collettiva

testo di Dario Merlini

con Martina De Santis, Francesca Gemma, Francesco Meola, Dario Sansalone, Umberto Terruso

aiuto regia Noemi Radice

scene e costumi Stefano Zullo

sound design e musiche originali Gianluca Agostini

disegno luci Martino Minzoni

organizzazione Carolina Pedrizzetti, Irene Romagnoli

produzione OYES, La Corte Ospitale

con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave Kilowatt)

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OBLOMOV SHOW è ispirato a Oblomov di Ivan Goncarov, uno dei più importanti romanzi russi di fine Ottocento.

L’intuizione di Goncarov è quella di portare alle estreme conseguenze una condizione esistenziale che risuona più che mai nel nostro contempora­neo, tanto che alcuni critici letterari hanno defini­to il romanzo “un inno all’apatia”. Il protagonista Oblomov, l’antieroe per eccellenza, nelle prime cento pagine del romanzo non si alza neanche dal letto, cercando ogni scusa possibile per riman­dare la vita al giorno successivo.

Nella riscrittura di OYES, Oblomov è un uomo vi­cino ai quarant’anni con brillanti trascorsi artistici.

Dopo alcune delusioni lavorative e sentimen­tali ha però scelto di isolarsi nella vecchia casa di famiglia con il fratello Zachar, lontano da col­leghi, passioni e da qualunque tipo di ambizione. A loro si aggiunge Agafia, una conoscenza esti­va di Zachar, che da un giorno all’altro invade la casa di Oblomov, creando i primi disequilibri nella quotidianità dei due fratelli.

Ma è solo grazie al ritorno dell’amico d’infanzia Stolz che Oblomov ricomincerà a confrontarsi con il mondo fuori. Sarà proprio Stolz a presentargli Olga, la donna di cui Oblomov si innamora follemente. Riuscirà a ricostruirsi una vita felice insieme a Olga? O la paura di fallire lo riporterà nell’apatia del suo di­vano?

La pandemia ha obbligato la maggior parte del­la popolazione a rivedere le proprie abitudini modificando profondamente la qualità dei rap­porti sociali e le possibilità di incontro.

In questa riscrittura contemporanea, OYES si muove sul delicato confine tra dimensione mentale e vita reale, provando a raccontare in chiave tragicomica la fatica di ricominciare, la paura di rimettersi in gioco.

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Note di Regia

Quando ho letto per la prima volta Oblomov di Goncarov ho provato sentimenti molto contrastanti nei confronti del protagonista. Immaginare quest’uomo che “spreca” la propria vita passando tutto il giorno sul divano a oziare mi provocava a tratti fastidio,rabbia ma spesso anche tenerezza e comprensione. Ho pensato a quante volte mi sono ritrovato in quella che per Oblomov è una condizione quotidiana, alle volte che avrei preferito non scegliere e rimandare le decisioni, gli impegni, gli incontri al giorno successivo. Stare sul letto tutto il giorno ad ascoltare musica, pianificare un viaggio che non potevo permettermi, immaginare l’incontro perfetto con la persona che mi piaceva. Quell’idealismo quasi adolescenziale che ci si concedeva prima di diventare “adulti”, prima di entrare in una logica più produttiva e performativa per cui la realizzazione personale va di pari passo con il raggiungimento di determinati obiettivi (lavorativi, sociali, affettivi) ed è vietato perdere tempo.

In questa chiave di lettura Oblomov diventa quasi un eroe, un uomo che non accetta di piegarsi ai canoni imposti dalla società.

Poi è arrivata la pandemia e in molti ci siamo trovati nostro malgrado nella stessa condizione del protagonista.  Per quasi due anni abbiamo rinunciato alla vita sociale e alcune categorie sono state costrette per molto tempo a interrompere l’attività lavorativa. Nel testo non c’è alcun riferimento alla pandemia ma inevitabilmente quello che abbiamo vissuto ha condizionato la creazione dello spettacolo e la nostra visione dell’oblomovismo. 

Oblomov Show si muove sul delicato confine tra dimensione mentale e vita reale, cercando di tradurre scenicamente ciò che accade nella testa di Oblomov e gli effetti che questa alienazione provoca nel rapporto con gli altri personaggi.

Stefano Cordella

Teatro Litta

da giovedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30

intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 – 15,00€, ridotto bicicletta € 15,00; scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto DVA 12,00€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€

durata dello spettacolo: 95 minuti

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

Scarica l’App di MTM Teatro e acquista con un clic

Abbonamenti: MTM La cura e l’artificio, MTM La cura e l’artificio Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4

Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita

vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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Patrizia Gallini
I colori, l’aspetto e i modi sono da nobildonna veneziana, ma le sue origini sono piemontesi. Ha il sorriso affettuoso e sereno di chi si appresta a offrirti il tè con i pasticcini, ma in realtà sta discutendo di business con la fermezza di un panzer. Il suo “buen ritiro” è un antico mulino nel torinese, quando non è “occupato” dai suoi quattro nipotini. Di lavoro fa la P.R. , e naturalmente è il boss della sua agenzia. Per passione frequenta gli chef stellati, ama leggere e segue tantissimi spettacoli teatrali e, naturalmente, ci rende partecipi dei suoi incontri attraverso le nostre pagine.
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