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IL LOCK DOWN TI FA BELLA
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Il settore della chirurgia estetica ha conosciuto una crescita esponenziale

Quello che non ti aspetti…

” Uno dei settori che sembrava dovesse essere fra i più penalizzati causa lock down” lo dice il dottor Santanchè, noto chirurgo plastico estetico” per molti buoni motivi che nessuno aveva previsto sta conoscendo una crescita esponenziale. Subito dopo lo sblocco del lock down a maggio dell’anno scorso, si sono presentati tutti coloro che nei mesi precedenti avrebbero dovuto fare dei controlli o dei richiami del botox. Sono arrivati anche coloro che nel periodo di chiusura avrebbero dovuto fare degli interventi o altri trattamenti, che erano stati necessariamente rimandati. E onestamente io e i miei colleghi abbiamo pensato che ci saremmo fermati qui”.

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Dottor Paolo Santanchè, chirurgo plastico estetico

“Ma il fenomeno non si è fermato e la richiesta di interventi è continuata in maniera imprevista”, continua il dottor Santanché. Riflettendo su questo fenomeno, non è difficile capire quali sono le motivazioni che hanno spinto molte persone a decidere per interventi di chirurgia estetica, magari rimandati da molto tempo.

Il nuovo modo di vivere al quale siamo stati costretti, lo smart working, l’impossibilità di uscire a pranzo o cena, di andare al cinema o a teatro, di rinunciare ai week end, ha fatto risparmiare cifre importanti soprattutto a coloro che hanno la fortuna di avere un lavoro garantito.

Continua il dottor Santanchè “Non solo, complice il fatto di portare obbligatoriamente le mascherine per uscire, e di svolgere un telelavoro, tutte le convalescenze sono diventate più semplici. In altre parole, si sta obbligatoriamente a casa e nessuno di accorge dell’intervento,

Un altro fattore estremamente importante è la sicurezza. La chirurgia estetica, quella seria, è abituata alle precauzioni, tanto è vero che non ha dovuto fare importanti interventi sulla sicurezza. Gli operatori sono tutti vaccinati e i pazienti che vengono in clinica fanno il tampone.

Se poi un paziente si rivolge alle piccole strutture che fanno solo chirurgia estetica, case di cura o day surgery, mi raccomando, assolutamente proibiti gli ambulatori chirurgici, non c’è la carica batterica che si trova purtroppo in qualunque ospedale o grande clinica dove ci sono batteri resistenti agli antibiotici. Il nostro ambiente è molto protetto e molto sicuro.

Ma, a parte il discorso sicurezza, importantissimo, sono altre le motivazioni forti che hanno portato questo aumento della richiesta di interventi.

Le persone, e parliamo soprattutto dei ceti medio medio alti, non potendo gratificarsi con lo shopping, le cene fuori, i viaggi… hanno più tempo per riflettere, osservarsi, valutarsi. Cambiano anche i valori, e si è più portati a fare cose per sé stessi.

L’intervento estetico è il massimo dell’autogratificazione che una persona possa fare per sé.

Tutti questi fattori hanno contribuito a far sì che il settore non abbia avuto crisi in questo particolare e difficile periodo.

E, non secondario, mentre prima era necessario fare un paio di settimane a casa per smaltire gli effetti degli interventi, in pratica chi è in smart working non manca dal lavoro perché la chirurgia estetica non dà problemi di convalescenza importanti.

Chiediamo al dotto Santanché se ci sono stati cambiamenti nell’approccio dei pazienti alla chirurgia estetica.

Le persone, uomini e donne quasi in egual misura, arrivano molto informate. A volte arrivano in coppia, marito e moglie. Gli uomini sono in qualche modo facilitati perché più autonomi nella decisione. A volte si preoccupano se la moglie vuole fare il lifting perché temono di non riconoscerla più”, visti certi risultati che si vedono in giro…

E qui riportiamo quella che da sempre è la filosofia del dottor Santanchè: Il lifting fatto bene e la tossina botulinica, complemento molto valido della chirurgia estetica, in mani sapienti non stravolgono i lineamenti, ma riportano il viso indietro negli anni.

Con il paziente non bisogna avere fretta. Bisogna capire le esigenze, avere una capacità introspettiva, valutare e spiegare come arrivare al risultato che deve puntare all’armonia dell’insieme. Non “vendere” un intervento, ma risolvere il problema.

Avremmo ancora molte domande, ma vi rimandiamo ai precedenti articoli e alla prossima intervista che il dottor Santanchè ci vorrà concedere.

 

la chirurgia estetica che non si vede

la normativa della chirurgia estetica è una giungla

la chirurgia estetica è una cosa seria

il far west degli ambulatori chirurgici

 

 

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Maruska
Ha una certa età, ha lavorato per quarant’anni nel mondo del beauty, sia dalla parte dell’editoria che da “dietro le quinte”. Ha conosciuto tutti, o quasi, i produttori di cosmetici, i creatori di profumi, le fabbriche dei contenitori e degli imballaggi e tutti, o quasi, i profumieri italiani. Ama moltissimo il make-up, cura la pelle ma senza ossessione
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