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Contraccezione “in pillole”
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Cancro. Aumento del peso. Calo del desiderio. Sono solamente alcuni dei timori – infondati – che le donne italiane nutrono nei confronti della contraccezione ormonale

La Società Italiana della Contraccezione (SIC), un’Associazione Scientifica da anni impegnata nel diffondere l’informazione sul tema della contraccezione, ha approntato un “Decalogo” per sfatare i falsi miti legati alla pillola.

pillola anticoncezionale

 

Dieci punti per sfatare i luoghi comuni sulla pillola

 

  1. Fa venire il cancro: è un’affermazione infondata. Importanti studi internazionali hanno evidenziato come l’assunzione del contraccettivo orale protegga dal tumore dell’ovaio, dal tumore del corpo dell’utero e dal tumore del colon retto. In generale, la protezione è proporzionale alla lunghezza del periodo di assunzione: per più tempo si è fatto uso della pillola, maggiore è la riduzione del rischio.
  2. Provoca Tromboembolismo venoso (Tev). L’EMA (European Medicines Agency) e l’AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) hanno confermato che la pillola aumenta il rischio di trombosi venosa, ma l’aumento del rischio è basso in termini numerici (circa 10 volte meno che in gravidanza) e dipende dalla dose e dal tipo di estrogeno presente nel composto e dal tipo di progestinico. Con le pillole che contengono estradiolo i dati di laboratorio dimostrano un rischio molto più basso, anche se mancano i dati epidemiologici. Oggi sappiamo che le complicazioni trombo emboliche sono dovute principalmente al dosaggio dell’estrogeno contenuto nella pillola e probabilmente alla sua struttura molecolare e in minor misura al tipo di progestinico. L’importante è trovare la pillola più indicata a meno di non essere predisposta, di avere una storia familiare di trombosi o di soffrire di malattie della coagulazione; in questi casi la pillola e anche gli altri contraccettivi ormonali non sono indicati.
  3. Toglie il desiderio sessuale: anzi, una scelta oculata del contraccettivo orale può favorire l’erotismo. Alcune componenti della pillola riducono per esempio la secchezza vaginale. Inoltre una sessualità “libera”, scevra dalle preoccupazioni legate al rischio di una gravidanza indesiderata, può essere vissuta in maniera più soddisfacente e appagante.
  4. Non è adatta alle giovanissime: al contrario, è particolarmente indicata per le Teenagers. I contraccettivi orali per esempio sono efficaci nel ridurre lesioni infiammatorie e non infiammatorie dell’acne facciale. La pillola inoltre inibisce l’attività delle ovaie e ne riduce la produzione di ormoni androgeni. Di conseguenza limita perdita di capelli, seborrea, peluria indesiderata.
  5. Non va bene in pre-menopausa. E’ dimostrato che la pillola contraccettiva rappresenta un’importante opzione preventiva soprattutto in questo periodo della vita femminile in quanto protegge dal tumore dell’ovaio e per ogni 5 anni di utilizzo il rischio diminuisce del 20% e tale protezione si mantiene fino a 30 anni dalla sospensione. Spesso il cancro alle ovaie – il cui picco di incidenza è intorno ai 60-65 anni d’età – viene diagnosticato tardivamente a causa della asintomaticità della fase iniziale: ecco perché la pillola costituisce un’importante opzione preventiva, soprattutto in fase di pre-menopausa.
  6. A lungo andare la pillola può rendere meno fertili: quando si desidera una gravidanza, basta smettere di assumere il contraccettivo orale. Il ciclo mestruale tornerà ad avere le stesse caratteristiche “pre-trattamento”. La pillola non causa neppure eventuali malformazioni fetali, né può determinare un aumento degli aborti spontanei. Da evidenziare inoltre che i contraccettivi orali si sono dimostrati un’ottima arma per combattere l’endometriosi, patologia molto diffusa che può provocare infertilità.
  7. Può modificare o peggiorare l’umore: tutt’altro, recentemente alcuni studi hanno evidenziato che i contraccettivi orali possono essere efficaci nel trattare la sindrome premestruale severa (che include ansia, irascibilità, depressione, difficoltà nelle relazioni interpersonali).
  8. L’amenorrea che provoca è pericolosa: falso. Durante il trattamento con la pillola estro-progestinica il rivestimento epiteliale dell’utero è generalmente più sottile rispetto a un normale ciclo ovulatorio. Di conseguenza la perdita mestruale risulta ridotta. La mestruazione, inoltre, può essere eliminata con l’utilizzo di efficaci regimi estesi di contraccezione ormonale. Sebbene a molte donne l’amenorrea non piaccia, è stato dimostrato che essa provoca un beneficio in termini di anemia da carenza di ferro e un minor ricorso a interventi chirurgici. La pillola è la terapia medica dell’endometriosi e potrebbe contribuire a prevenirla.
  9. Fa ingrassare: non è vero in quanto la scelta del giusto contraccettivo orale – da concordare con il proprio ginecologo – permette di evitare la ritenzione idrica e dunque l’accumulo di grasso indesiderato.
  10.  Con un ciclo mestruale irregolare non può essere assunta: anzi, uno degli effetti più noti e bene accettati dalle donne è proprio quello della regolarizzazione del ritmo mestruale “a orologio”. La maggior parte delle donne che assume la pillola sa con esattezza il giorno nel quale si verificherà il suo flusso mestruale. 

Intervista alla Dottoressa Franca Fruzzetti della Clinica Ostetrica e Ginecologica, Ospedale Santa Chiara Università di Pisa

  • Tumore dell’ovaio, dell’endometrio e del colon retto. Dottoressa Fruzzetti, nel nostro Paese, qual è la “panoramica” di queste patologie e quali sono i reali benefici che offre la pillola anticoncezionale nei riguardi di queste malattie?

Il cancro ovarico occupa il decimo posto tra tutti i tumori nelle donne, e  rappresenta circa il 30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile.  E’ stato stimato a che 1 donna ogni 75 sviluppi un carcinoma ovarico. La diagnosi è di solito tardiva  e per tale motivo rientra tra le prime 5 cause di morte per tumore solo tra le donne in età 50-69 Il cancro del corpo dell’utero occupa il quarto posto tra i tumori più frequenti. In Italia la incidenza  del tumore dell’endometrio è di  circa 7000-8000 casi l’anno. Colpisce le donne in post-menopausa con una percentuale di circa il 10%. Lo 0.8% dei decessi per tumore è dovuto al tumore dell’endometrioIl carcinoma del colon-retto è  secondo alcuni dati il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana. In particolare  è  il secondo tumore per frequenza nella popolazione femminile.  Nella donna a seconda dell’età viene riportata una incidenza tra il 5 e il 17% . E’ la seconda causa di morte per tumore nell’insieme dei due sessi in Italia. E’ stato stimato, ovviamente in maniera approssimativa, che ogni anno 34.000 persone si ammalano di un carcinoma colorettale e 17.000 muoiono per questa malattia. L’incidenza e elevata nei Paesi ad alto sviluppo economico e di conseguenza si ritiene che il rischio sia associato ad una dieta ricca di grassi, proteine, calorie, alcol e carne, ma povera di fibre, calcio e folati. La pillola rispetto a queste patologie ha un effetto protettivo importante. Gli studi della letteratura documentano infatti a unanimità che l’uso dei contraccettivi combinati estro-progestinici, tra cui appunto la pillola, riducono in maniera significativa il rischio di ammalare di queste gravi patologie. 

  • Può spiegarci l’effetto-protezione che la pillola ormonale svolge nei confronti dei “tumori femminili”? In particolare, è vero che l’assunzione regolare della pillola anticoncezionale riduce il rischio di ammalarsi di carcinoma endometriale del 50%?

E’ vero. L’uso della pillola estro-progestinica riduce il rischio di ammalare di tumore dell’endometrio di circa il 50% . Un dato interessante deriva dall’osservazione che tale effetto protettivo è tanto maggiore quanto più prolungata è negli anni l’assunzione della pillola e dato ancora più interessante è che tale protezione permane per anni anche dopo la sospensione della pillola. Questo effetto protettivo potrebbe essere legato al fatto che  durante l’assunzione della pillola l’endometrio viene poco stimolato e in ogni caso subisce contemporaneamente l’effetto costante e equilibrato degli estrogeni e del  progestinico, che serve a controbilanciare ogni azione  di stimolo degli estrogeni sulla maturazione dell’endometrio. La pillola offre lo stesso effetto protettivo anche sul tumore dell’ovaio la cui incidenza risulta dimezzata dall’uso prolungato della pillola. Anche in questo caso l’effetto permane per anni dopo la sospensione del contraccettivo. Questi dati hanno un grande valore se consideriamo come precedentemente detto che il tumore dell’ovaio è la  quinta causa di morte dovuta a  tumori in generale nelle donne tra i 50 e 69 anni. 

  • Nel caso del tumore della mammella, quali sono gli effetti della pillola?

Gli studi più recenti  documentano un effetto neutro cioè assente. I dati di uno studio effettuato  su una popolazione inglese vastissima studiata attingendo dalle cartelle cliniche raccolte dai medici di famiglia ha chiaramente dimostrato che il rischio di  tumore della mammella nelle donne che hanno assunto la pillola è 0.98 cioè inferiore a 1 che è quello della popolazione generale che non assume pillole estro-progestiniche. Ad oggi è anche chiaro  che una familiarità positiva per tumore della mammella non deve limitare l’uso della pillola  né tanto meno la presenza di patologie benigne come la mastopatia fibrocistica.

  • É possibile quindi affermare che l’assunzione della pillola ormonale rappresenta un’arma in più a disposizione della donna per prevenire il tumore dell’utero?

Sicuramente sì, come abbiamo già spiegato prima. Va tenuto presente che in generale non esiste altro farmaco che assunto per anni dia lo stesso effetto. Per quanto riguarda il tumore dell’ovaio tenga presente che non esiste possibilità di prevenzione e la pillola resta l’unico mezzo per ridurre il rischio e quindi la alta mortalità di questo tumore. Per questo alcuni autori si sono riferiti alla pillola  con il termine di chemioprofilassi.

  • Secondo il suo parere, quando è consigliabile iniziare l’uso della pillola anticoncezionale? E per quanto tempo? A quale età invece è bene smettere il trattamento?

Non esistono controindicazioni a usare la pillola in adolescenza anche subito dopo il menarca ossia la prima mestruazione dal momento che questa non interferisce sui processi di maturazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e sulla crescita staturale. Non esistono limiti di tempo. I dati sui tumori parlano chiaro: la protezione è tanto maggiore quanto maggiore è la durata di assunzione, e questo vale anche per altri benefici offerti dalla pillola. La pillola deve essere assunta per tutto il tempo che la donna ne ha necessità senza interruzioni periodiche. Non esiste infatti alcuna evidenza che la pillola debba essere interrotta saltuariamente per 3-4 mesi, come suggeriscono molti medici. Questa pratica può anzi avere effetti negativi: insorgenza di gravidanze non desiderate e riiniziando una nuova assunzione della pillola dopo una stasi risollecitare l’organismo a mettere in moto i suoi sistemi di adattamento a questo farmaco: nausea, tensione mammaria, gonfiore che sono sintomi che si possono associare all’uso della pillola ma che soprattutto si verificano nei primi tre mesi di assunzione. Se la donna lo desidera può assumere la pillola fino alla menopausa. Ciò anche in considerazione del fatto che  oggi abbiamo a disposizione pillole con estrogeni naturali che ben si adattano al metabolismo della donna che in perimenopausa sta cambiando.

  • Pillola a scopo contraccettivo. Spesso però la paziente trova nella pillola la soluzione a problematiche diverse dalla contraccezione. Può indicarci quali?

La pillola offre una serie di benefici non contraccettivi in tutte le fasce di età: regolarizza il ciclo mestruale, riduce i flussi mestruali abbondanti spesso cause di anemizzazione cronica nella donna, cura l’acne e l’irsutismo che spesso angosciano le nostre adolescenti, riduce i il dolore legato alla mestruazione e altri sintomi come gonfiore o cefalea che riportano molte donne prima delle mestruazioni e ne riducono la qualità di vita, nella donna in pre-menopausa evita le irregolarità mestruali e impedisce che le ossa vadano incontro agli iniziali processi di perdita di calcio che si verificano con la menopausa. In alcune condizioni rappresenta una vera e propria terapia come ad esempio per il controllo del dolore in caso di  endometriosi. Vi sono poi condizioni in cui la pillola viene fatta assumere in maniera continuativa cioè abolendo i giorni di interruzione e quindi la mestruazione  in presenza di malattie che si esacerbano con la mestruazione come la cefalea catameniale, diatesi emorragiche etc.. e poi se una donna  vuole programmare una vacanza o ha un impegno sportivo la pillola le consente di “manipolare” la data della mestruazione spostandola a proprio piacimento. 

  • Dottoressa, in base alla sua esperienza, quanto è importante la comunicazione “medico/paziente” nell’ambito dell’assunzione della pillola ormonale?

E’ fondamentale sia per fare conoscere alla donna la pillola e come va assunta, sia per informarla sui vantaggi che ne possono derivare. L’informazione è assolutamente necessaria per garantire un uso corretto, evitare interruzione precoci non necessarie, allontanare le paure dagli ormoni che molte donne continuano ad avere  nonostante il mondo scientifico sostenga l’esatto contrario. Il medico che la prescrivere deve guardare alla pillola come a qualcosa che può aiutare la donna a decidere quando avere una gravidanza e soprattutto a volerla stare meglio migliorandone la qualità di vita.

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Stefania Bortolotti
Milanese, giornalista, con una lunga presenza sulle pagine di Selezione dal Reader's Digest, dove ha scritto di salute come argomento principale. Tema questo che l'ha sempre interessata e appassionata e che segue tuttora per diverse testate. Tra le sue passioni? I viaggi e, quando non scrive e non insegue personaggi da intervistare, si regala piacevoli soste a Santa Margherita, il mare che ha nel cuore.
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